venerdì, aprile 17, 2009

Chicche



Se vi sembra normale questo. Un altro piccolissimo conflitto d'interesse, immagino una nomina in cui il Cavaliere non c'entra nulla.

Dai film di Mediaset a Raifiction. Rossella "telecomanda" la prima serata. Centinaia di milioni di budget. E un dilemma: fare o no vera concorrenza al Biscione?
di ANTONIO DIPOLLINA

da Repubblica

Il capo della società di produzione e distribuzione film di Mediaset passa a guidare la società Rai che amministra le fiction. L'indiscrezione circola con insistenza. E delinea certo una bella capriola, ma in fondo anche robetta per uno con la vocazione equanime di Carlo Rossella, che è stato direttore del Tg1 (il primo dell'epoca berlusconiana) e del Tg5 quando si trattò di sostituire Enrico Mentana. Messa così, sembra il passaggio definitivo di Rossella al ruolo di detentore di posti un po' impervi, soprattutto se c'è da gestire e tenere botta su più fronti, la tenuta politica e l'immagine, uso a troncare e sopire con la giusta dose di charme nonché a dettare la linea ("La cravatta non usa più", "A Hollywood non si beve più alcol").

Ma questo è folclore, il punto è che Raifiction dall'agosto scorso è affidata a interim al direttore (uscente) di Raiuno Fabrizio Del Noce e pur in presenza di moltitudini (produttori esterni, maestranze, protagonisti etc.) che in questi mesi chiedevano piani e strategie per il futuro è stata lasciata a bagnomaria confidando in una sorta di potenza di slancio antico, una macchina mostruosa che nel 2007 investiva 280 milioni nel prodotto e l'anno successivo esibiva in video poco meno di duecento tra fiction di breve e media durata, miniserie e così via.

Lo slancio era quello prodotto negli anni da Agostino Saccà, padre padrone della situazione. Quel giorno di agosto 2008 vengono rese pubbliche - nel senso di poterle anche ascoltare - le più che imbarazzanti telefonate tra Saccà e Silvio Berlusconi, in persona e tutto ansie di raccomandazione per giovani attrici, più varie ed eventuali. Per Saccà è una botta micidiale, la sospensione dall'azienda è inevitabile, partono cause e controcause: soprattutto si affloscia un lavorìo durato anni per formare a immagine e somiglianza delle sue convinzioni, teorie e abitudini il comparto più importante della Rai: con analisi continue sugli share, le zone di maggiore audience (nascono le fiction "ad regionem", e non solo per l'amatissima Calabria natìa). Un tonfo sordo e inimmaginabile fino a poche ore prima, quelle intercettazioni, dove la questione del conflitto di interessi che ci allieta da anni compie un balzo prodigioso.

Rossella ancora ieri declamava indignazione contro la pirateria internettiana in un convegno, coltivando l'interesse primario del colosso cinematografico Medusa, di cui è presidente dal luglio 2007. Spostandosi a Raifiction, il problema della pirateria gli sembrerà meno assillante, visto che non si ricorda qualcuno che abbia scaricato di nascosto una puntata del commissario Rex. Ma è anche l'uomo super-affidabile a cui il premier nel tempo ha riservato compiti più che istituzionali: quando prende senza esitare il posto di Mentana al Tg5 ci pensa la moglie di Mentana a sibilargli epiteti irriferibili, in carriera si toglie tutti gli sfizi possibili, al Tg1 nel lontano '94 si inventa la rubrica di gossip, il giorno in cui da direttore di Panorama si ritrova in copertina una foto di Berlusconi di nuca gli aggiunge una selva oscura di capelli con il fotoritocco.

Rimane che la fiction Rai è comunque uno dei momenti principali dell'intrattenimento in questo paese e abbisognerebbe di nuovi slanci dopo la buriana, premiando le forze migliori che annovera e magari cercando di svecchiare, magari parecchio, qui e là. Oppure Raifiction va avanti comunque da sola, con schemi un po' vecchiotti ma solidi, e serve solo che non vengano mai più fuori disastri come quella volta o voglie inconsulte di sbaragliare la concorrenza: e allora Rossella è pressoché perfetto per l'occasione.

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