domenica, luglio 13, 2008

Guru



Guru, le folli spese di Matteo Cambi & Co

da Corriere.it

Il «buco» nelle casse ammonterebbe a 54 milioni: soldi spesi in feste, auto e orologi di lusso, elicotteri e barche

MILANO - Dal jet set al carcere. Molto in sintesi, questo è successo a Matteo Cambi, il 31enne che ha ideato 'Guru', un marchio di moda da esportazione che ha per simbolo la famosa margherita stilizzata. Un marchio che adesso rischia di sparire, dopo la dichiarazione di fallimento della società da parte della procura di Parma e l'arresto, venerdì, del patron. Cambi, noto anche per le sue frequentazioni mondane e i numerosi flirt con starlette (dalla Gregoraci a Mascia Ferri), ora è chiuso in carcere a Parma. E con lui, la madre Simona Vecchi e il suo compagno Gianluca Maruccio De Marco, amministratori e proprietari del 60% della Jam Session srl (società proprietaria del marchio 'Guru', il restante 40% è di Cambi).

IL «BUCO» - Una custodia cautelare non giustificata, secondo i difensori dei tre. Ma De Marco, hanno spiegato gli inquirenti, «aveva ritirato giovedì 500mila euro in assegni circolari da 9mila euro e stava probabilmente programmando la fuga». Secondo una prima valutazione, dalle casse della Jam Session mancherebbero 54 milioni. Denaro che i tre avrebbero sottratto attraverso fatturazioni false e utilizzato, secondo gli inquirenti, solo per motivi personali: dall'organizzazione di feste in discoteca all'acquisto di arredi per la casa, e poi aerei, elicotteri, barche, auto di lusso e viaggi in luoghi esotici.

FATTURE FALSE - Le accuse sono di bancarotta fraudolenta, false comunicazioni sociali, illecite ripartizioni degli utili e riserve sociali, indebita restituzione dei conferimenti, infedeltà patrimoniale, dichiarazione fraudolenta e infedele. I tre emettevano e utilizzavano fatture per operazioni inesistenti per diversi milioni di euro; inventavano costi per far pareggiare il bilancio dell’azienda. Il Tribunale della città emiliana, nei giorni scorsi, ha giudicato insanabili le insolvenze e non sostenibile il concordato chiesto dai legali. Attualmente il marchio 'Guru' è stato preso in affitto da un gruppo indiano che sembrava essere interessato ad acquistarlo.

SPESE FOLLI - Cambi e famiglia, secondo la Guardia di finanza di Bologna, erano arrivati a spendere due milioni per orologi di marca, 15 per serate di gala in discoteca o in locali alla moda, altri due per noleggiare Ferrari, Bentley o Porsche. In tutto 32 milioni, a cui ne vanno aggiunti altri 22 come compensi per consulenze che Cambi si faceva pagare dalla sua stessa azienda. Una voragine finanziaria che ha contribuito pesantemente al tracollo del gruppo. Le indagini erano cominciate a dicembre 2006, dopo una verifica fiscale che aveva evidenziato fatturazioni per operazioni inesistenti. Inoltre, secondo fonti vicine alla Procura, gli indagati sarebbero in tutto dieci e il buco complessivo dell'azienda potrebbe allargarsi. «Ci possiamo attendere ulteriori sviluppi - ha spiegato il colonnello Ivano Maccani del nucleo polizia tributaria della Guardia di inanza di Bologna -. Una possibilità che stiamo valutando attentamente è se il denaro sottratto sia superiore alla cifra sino ad oggi individuata. Cercheremo ora di recuperare le somme presenti sui conti correnti, ma anche di acquisire quei beni che sono stati acquistati tramite fatture false per uso personale».

RISCHIO FUGA - Da qui l'ordinanza di custodia cautelare «che abbiamo ritenuto necessaria - ha chiarito il procuratore capo di Parma, Gerardo Laguardia, che coordina le indagini con il pm Lucia Russo -. C'è infatti la concreta possibilità di un inquinamento delle prove, della reiterazione del reato e della fuga». Accusa respinta al mittente dai legali degli arrestati, che hanno fatto visita ai loro assistiti. «Non riteniamo in alcun modo che sussistano le esigenze della custodia cautelare - ha spiegato Stefano Putinati, difensore di Matteo Cambi -. Con calma riusciremo a spiegare tutte le accuse, anche perché il fascicolo è particolarmente voluminoso e quindi da valutare nel dettaglio». «Non ci aspettavamo questa decisione che era già stata predisposta prima del provvedimento di fallimento - ha aggiunto Mario Bonati, legale di Simona Vecchi e De Marco -. Non c'è ancora quella conoscenza delle carte che ci permette di fare delle analisi ma ovviamente punteremo prima di tutto sulla revoca dell'ordinanza di custodia cautelare».

I BILANCI - La storia del marchio 'Guru' e della Jam Session è tutta nei numeri: 35 milioni nel 2003, 70 nel 2004, 90 nel 2005, che dovevano diventare oltre 100 nel 2006. Matteo Cambi - che ha fondato il gruppo nel '99 ad appena 23 anni, diventando subito un fenomeno (le 200mila t-shirt vendute la prima estate diventarono oltre tre milioni nel 2003) - ha continuato a mostrare ottimismo fino all'ultimo, annunciando 120 milioni di fatturato 2007. Sui reali dati finanziari di bilancio c'è sempre stata approssimazione, ma un dato ufficiale dovrebbe essere quello dell'esercizio chiuso il 30 ottobre 2007 con un fatturato di 83 milioni e un margine operativo lordo di 11,3. Una crescita esponenziale, con distribuzione in 17 Paesi, che ha portato Cambi a ricevere il premio 'Giovane imprenditore della moda' nel 2005, «per essere riuscito ad affermare in breve tempo un marchio, uno stile, un'idea», grazie anche agli investimenti messi a punto nelle ultime stagioni, con l'internazionalizzazione e l'espansione in Estremo Oriente. Dal 2006 è iniziata la fase più complessa della Jam Session, conclusa con il fallimento dichiarato dal Tribunale di Parma.

PASSATO E FUTURO - Cambi aveva puntato tutto sul marchio (la margherita di Guru), sui testimoni eccellenti che indossavano le magliette, sulle discoteche vip, sulla Formula 1 (con la Renault di Alonso e Flavio Briatore). Poi qualcosa si è inceppato e ci sono stati problemi con il management di Jam Session; il direttore generale Patrik Nebiolo fu allontanato bruscamente dal quartier generale di Parma. Cambi, carpigiano di origine, puntava sulla rete di negozi monomarca e un anno fa aveva annunciato: «Entro fine 2007 saranno venti i punti vendita monomarca, oltre a 40 corner e tre outlet». Puntava anche sull'export: l'incidenza dei mercati esteri per 'Guri' era arrivata al 50%. Poi c'è stata 'Vallettopoli', che ha toccato anche l'imprenditore come persona informata sui fatti. Il 26 aprile Cambi ha venduto per 33 milioni il marchio all'indiana Bombay Rayon Fashions attraverso una sussidiaria olandese, la Brfl Europe Bv Netherlands. Quindi la richesta di concordato presentata da Jam Session, il fallimento e l'arresto. Negli ultimi tempi Jam Session ha portato a termine due aumenti di capitale, l'ultimo a ottobre 2007, che hanno consentito di raggiungere un patrimonio netto di 64 milioni. Nel contratto di vendita sarebbe stata inserita una clausola che impegna i manager indiani all'acquisto anche in caso di concordato o fallimento, il che lascerebbe aperto uno spiraglio sul futuro produttivo dell'azienda.

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