domenica, dicembre 20, 2009

Come volevasi dimostrare




Mentre, e  in maniera scientifica, chi si azzarda a fare domande sull'attentato viene preso per il sedere la popolarità di SB sale. Dove? Ma fra gli anziani, ovvero fra quelle generazioni che hanno portato il Paese dove sta (allo sfascio)l e che vorrebbero continuare a vivere in un sogno, non capendo che la festa (economicamente parlando) è finita. 


Fonte Corriere

Premier, più 7 punti di popolarità
dopo l’aggressione

L’episodio di piazza Duomo ha radicalizzato le opinioni: quasi un italiano su quattro approva il gesto di Tartaglia

L’ attentato a Berlusconi ha avuto importanti conse guenze sullo scenario po litico. Da un verso, si è assistito, anche da parte di alcuni esponenti di rilievo, ad una forte accentuazione dei toni, con accuse reciproche, talvolta anche assai violente. Dall’altro, vi è chi ha sottolineato come l’episodio di Milano costituisca un significativo segnale d’al larme, che dovrebbe indurre ad abbassare il livello dello scontro e a iniziare a lavorare concretamente per l’attuazione delle riforme di cui il Paese ha biso gno. Nessuno può dire se nelle prossime settimane il clima si farà ancora più rovente o, se, viceversa, si imboccherà una strada di confronto fattivo e di maggiore ragionevolezza. Molto dipenderà dalle scelte che farà lo stesso Berlusconi.
Quello che è cer to è che questi ultimi giorni hanno visto, nell’ambi to dell’opinione pubblica, una intensa radicalizza zione delle diverse posizioni. Il favore verso il Cava liere ha mostrato una crescita nella sua diffusione e, specialmente, nella sua intensità. Al tempo stesso, sull’altro fronte, si sono accentuate — pur restando minoritarie — le opinioni più radicali, di aperta osti lità verso la persona del presidente del Consiglio. Tanto che, sulla base di diversi sondaggi effettuati in questi giorni, si può stimare che una quota oscil lante dal 20 al 25% degli italiani approvi il gesto di Tartaglia, motivata principalmente dalla convinzio ne che il premier sia un pericolo per il Paese. Dall’altro verso, come si è detto, nella restante parte della popolazione, la popolarità di Berlusco ni si è accresciuta. Lo indica anche il giudizio sul presidente del Consiglio: a metà novembre, il 48,6% degli italiani dava una valutazione positiva del Cavaliere. Oggi questa quota è salita al 55,9%. Il trend si è manifestato in tutti i settori dell’elettora to, con una particolare intensità però tra i più gio vani, e tra i cattolici praticanti. Il livello del consen so è naturalmente molto più elevato tra gli elettori del Pdl (95%) e della Lega (77%). Tra i votanti per l’opposizione, prevalgono ovviamente i giudizi cri tici verso il premier, che superano qui l’80%. Ma anche in questo caso si registra comunque un au mento delle valutazioni positive per Berlusconi che raggiungono, ad esempio, il 17% tra gli elettori del Pd.

L’elemento più importante, però, è la cre scita di popolarità tra chi dichiara di essere oggi perplesso su quale partito votare: nel segmento cruciale degli indecisi, il consenso per Berlusconi giunge oggi al 58%. Un dato assai promettente in vista delle — ancora lontane, ma sempre più vici ne — elezioni regionali di marzo. Questo clima di opinione più positivo per il Ca valiere si riflette anche sui giudizi riguardo all’ope rato del governo. Che raccoglie oggi nuovamente più del 50% di valutazioni favorevoli, questa volta specie tra i più anziani, con una crescita rispetto ai mesi scorsi. Nell’insieme, dunque, ad una parte di cittadini sempre più favorevole a Berlusconi, si contrappo ne un’ostilità sempre più intensa. Tanto che la frat tura tra le opposte opinioni e appartenenze che si sta sviluppando oggi appare, in certi (per fortuna limitati) casi, simile al tifo. È uno degli effetti della personalizzazione della politica e della sempre mi nore presenza della capacità e attività di mediazio ne dei partiti. Per questo, sarebbe opportuno che le forze politiche unissero in qualche misura i loro sforzi per ritornare ad un clima di dibattito e di confronto.

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