venerdì, giugno 13, 2008

Porno-consulenze


Sergio Rizzo per il “Corriere della Sera”

Magari è soltanto colpa delle dimensioni. Forse la nave delle consulenze pubbliche era troppo grossa per invertire la rotta in pochi mesi. Forse. Ma dire che nei dati che ieri, a sorpresa, il ministro Renato Brunetta ha pubblicato sul sito Internet della Funzione pubblica si possa scorgere anche un timido segnale del cambiamento di direzione che era stato tante volte promesso, davvero non si può.
Sapete quanti incarichi esterni hanno pagato nel 2006 le amministrazioni pubbliche? Il loro numero è 251.921. Il 2% in più rispetto al 2005, con un costo di un miliardo 323 milioni 557.591 euro: quasi 95 milioni oltre il record del 2005. A conti fatti, due anni fa è stato assegnato un incarico esterno per ogni 12,8 dipendenti pubblici a tempo indeterminato. Peggio ancora negli enti locali, che hanno pagato un consulente ogni 5,8 dipendenti fissi. Questo non vuol dire che più di 251 mila di loro potevano starsene a casa.
Spesso le consulenze sono inevitabili, come quella che il ministero dell'Economia aveva affidato allo studio legale Chiomenti per la privatizzazione dell'Alitalia: 450 mila euro. Oppure l'incarico «relativo alle nuove azioni progettuali dell'Agenzia» (237.600 euro) che il capo delle Dogane Mario Andrea Guaiana aveva assegnato alla Bain & company Italia. Va comunque detto che nella lunghissima lista dei consulenti c'è di tutto: dai violinisti delle filarmoniche alle infermiere, e perfino agli «sportellisti», retribuiti con pochi euro.
Ma non è naturalmente a loro che la pubblicazione degli elenchi ha mandato ieri sera la cena di traverso. Precisazione doverosa, la pubblicazione delle consulenze su internet non è una novità, anche se il ministero ha parlato di una nuova «operazione trasparenza».


Consulenze pubbliche dal Corriere della Sera
Perché già il precedente governo di centrosinistra aveva imposto la pubblicità degli incarichi esterni. La novità è che ora sono tutti quanti consultabili insieme nello stesso luogo fisico. Intendiamoci: a quanto pare non sono tutte. L'universo dei consulenti pubblici è probabilmente molto più vasto. C'è chi dice addirittura grande il doppio, due miliardi, due miliardi e mezzo di euro, visto che non tutti gli enti e le amministrazioni mandano i loro dati al ministero. E c'è pure chi li spedisce largamente incompleti, contando sulla distrazione di chi sta a Roma. Ma basta entrarci dentro, a quel sito della Funzione pubblica, per capire come l'idea di rendere tutti gli incarichi accessibili da uno stesso punto non sia affatto un dettaglio.

Diamo un'occhiata all'elenco dei consulenti che nel 2006 sono stati pagati dalla presidenza del Consiglio dei ministri. Alla lettera B è inevitabile imbattersi in Brunetta Renato. Proprio lui, il ministro dell'operazione trasparenza, che prima dell'arrivo di Romano Prodi era consigliere economico di Berlusconi: 22.464 euro. E accanto al suo nome (messo lì per non dare l'idea che si tratti di una caccia alle streghe?) non mancano altri nomi noti. Per esempio, quello della consulente per l'immagine del Cavaliere, Matilde «Miti» Simonetto (17.056 euro) che aveva voce in capitolo su tutto. Dalle luci alle pettinature. Per esempio, quello dell'ex presidente dell'Enac Alfredo Roma (9.600 euro), o del segretario generale della presidenza con Prodi, Carlo Malinconico, che era però in una commissione d'appalto del Cnipa anche con il governo Berlusconi (15 mila euro). E per esempio, anche quello dello scrittore e giornalista Alain Elkann (7.580 euro).

Cifre modeste. Niente a che vedere con quelle spese da certi comuni. Alla Funzione pubblica ancora ci si domanda come sia stato possibile che il Campidoglio abbia messo nell'elenco due presunti «incarichi», che magari erano invece opere pubbliche, per la sbalorditiva cifra di 100 milioni di euro. Ma niente a che vedere nemmeno con le consulenze dei ministeri, come quella che la Farnesina ha assegnato nel 2006 alla società Apri Italia (2 milioni 930 mila euro). Oppure con l'incarico che il ministero delle Infrastrutture ha conferito, per un totale di 703.350 euro, al gruppo Clas srl, presieduto da quel Roberto Zucchetti che l'anno seguente sarebbe stato eletto sindaco di Rho per il centrodestra, scalzando il centrosinistra dalla cittadina della cintura milanese. O con la consulenza che la società Ecosfera, presieduta da Duilio Gruttadauria, ha svolto sempre per il ministero delle Infrastrutture (585 mila euro).

Senza dire delle performance dei singoli professionisti. Nella lista dei consulenti della Farnesina non poteva mancare Franco Verzaschi, già titolare nel 2004 di un incarico per lavori di manutenzione nonché «adeguamento sismico e funzionale dell'ambasciata di Algeri » (347 mila euro) e due anni più tardi destinatario di una consulenza di 98.463 ero per il supporto progettuale alla realizzazione delle nuova sede diplomatica di Kiev. Il professionista in questione è incidentalmente fratello dell'ex assessore ed ex sottosegretario Marco Verzaschi.

Ma c'è chi lo batte. «Analisi delle problematiche a seguito dell'approvazione del piano triennale del Ministero delle attività produttive»: ha questo titolo la consulenza del valore complessivo di 103.250 euro ottenuta da Ignazio Abrignani, già capo della segreteria politica dell'ex ministro (ovviamente delle Attività produttive, dove è ora rientrato), Claudio Scajola. Piccolo particolare: la consulenza è stata assegnata ad Abrignani, c'è scritto nell'elenco della Funzione pubblica, dal «Gabinetto del ministro». Ma lì dentro, almeno fino al maggio del 2006, non c'era anche lui? Poi Abrignani ha deciso di dare un'accelerata alla sua carriera politica, ed ora eccolo deputato del Popolo della libertà.

Non che sia l'unico politico a fare consulenze per la pubblica amministrazioni. In certe situazioni è addirittura inevitabile che accada. Prendete Arezzo. Il sindaco si chiama Giuseppe Fanfani e il suo non è un caso di omonimia. Perché Giuseppe altri non è che il nipote di Amintore Fanfani, il Cavallo di razza per antonomasia dello Scudo crociato. Già parlamentare della Margherita e ora esponente del Partito democratico, avvocato fra i più affermati della Regione, ha avuto nel 2006 dall'Ente irriguo Umbro-Toscano 71.521 euro di consulenze. Il doppio di quelle ottenute nello stesso anno da un certo Andrea Monorchio: nome identico a quello dell'ex Ragioniere generale dello Stato.

Decisamente più generoso si è rivelato l'Unire con Damiano Lipani, stimato professionista di cui il quotidiano genovese Secolo XIX ha parlato alla fine dello scorso anno a proposito del suo acquisto della quota di una società che apparteneva all'ex capo della segreteria del viceministro Vincenzo Visco, Giovanni Sernicola. L'ente che ha il compito di sovrintendere alle scommesse ippiche gli ha affidato un incarico da 201.108 euro. Ancora più prodigo, almeno a fare le somme, si sarebbe mostrato l'Ice, l'istituto per il commercio estero, con Achille Bonito Oliva per la mostra «Italy made in art, now». Nella lista della Funzione pubblica si trovano tre consulenze a lui intestate, ciascuna dell'importo di 110.600 euro, per un totale di 331.800 euro.

Perché anche l'arte vuole, perché no, la sua parte. Ecco quindi che il comune di Milano, sempre nel 2006, ha pagato 45 mila euro a Maria Grazia Toderi perché la stessa artista realizzasse un'opera «ad hoc» per «la mostra a lei dedicata». Sette volte di più di quanto abbia dato il consiglio regionale delle Marche ad Arnaldo Pomodoro perché il celebre sculture realizzasse il «Picchio 2006»: 5.500 euro. Ma per le consulenze gli enti locali sono davvero specializzati. Così il sindaco di Milano Letizia Moratti affida il «coordinamento dei rapporti istituzionali» nientemeno che a Paolo Glisenti (165 mila euro, di cui 53.439 erogati nel 2006).

Il suo ex collega di Roma, Walter Veltroni, aveva scelto invece Walter Verini (138.166 euro, di cui 38.379 erogati). Il presidente della Provincia di Firenze, Matteo Renzi, ha puntato su Bruno Cavini (269.500 euro, di cui 73.499 erogati). Il governatore della Regione Campania ha investito su Rachele Furfaro come consulente per la cultura (273.551 euro, di cui 14.399 erogati). Sempre la stessa Regione ha concesso consulenze per centinaia di migliaia di euro per l'assistenza ai progetti Feoga. Qualche nome? Luca Perozzi, segretario della camera di commercio di Avellino (329.499 euro, 93.457 erogati). Alberico Simioli, responsabile della riserva ittica di Punta Campanella (386.310 euro, 70.899 erogati) Michele Tolve, esperto agronomo (386.309 euro, 68.136 erogati nel 2006.
E via di questo passo, fino ai mille rivoli delle spese più piccole e stravaganti. Il comune di Milano, per esempio, ha impegnato 12 mila euro per un «corso di ginnastica dolce». Proprio così, «dolce». Affidato, però, al club «Body building».

Alcune domande, infine, non possono non tormentare chi avesse la fortuna di imbattersi nella consulenza che la Provincia di Ascoli ha voluto a tutti i costi chiamare «Progetto saggi paesaggi» (20 mila euro): chi ha inventato quel titolo? E a chi è venuto in mente di battezzare «Parole e dintorni» l'agenzia di comunicazione che per 15 mila euro ne segue l'ufficio stampa? Ma soprattutto, chi è il genio che ha ideato il marchio di un'altra agenzia di comunicazione alla quale è stata assegnato il compito (5 mila euro) di fare il progetto della campagna stampa, e che si chiama «Marchethink»?


UN GIALLO SUL COMUNE DI ROMA: 51 MILIONI PER IL GIOCO DEL PRESEPE
Dal “Corriere della Sera” - Sulle prime non si è potuto che pensare a un errore. Tre zeri in più, aggiunti in fondo alla cifra. Capita. Invece, a quanto pare, non c'era nessuno sbaglio. Perciò in testa all'elenco delle «consulenze» pubblicato dalla Funzione pubblica sono finiti due incarichi comunicati a palazzo Vidoni dal Comune di Roma. Il primo è la «Realizzazione del progetto il presepe come gioco», che risulta sia stato assegnato a una associazione culturale denominata Athena. Per un importo, tenetevi forte, di 51 milioni 330 mila euro. Il secondo è «l'affidamento di un incarico per l'organizzazione del concorso sul tema "piccoli condomini in gioco"» toccato a una seconda organizzazione senza scopo di lucro, il Museo dei bambini onlus. Per una cifra, e anche qui tenetevi forte, di 48 milioni di euro. Somme che certamente hanno bisogno di spiegazioni più dettagliate di quelle desumibili a tarda sera dalle informazioni necessariamente scarne fornite dal sito internet della Funzione pubblica. Ma che in ogni caso fanno apparire davvero ridicole certe voci che in un altro contesto sarebbero magari apparse sorprendenti. Sempre secondo la lista della Funzione pubblica, la realizzazione del progetto «Scuolabus a piedi», che il comune di Roma ha affidato all'Associazione «Perle dei Caraibi», ha un costo di 395 mila euro.

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