martedì, agosto 25, 2009

E se ne accorgono adesso?



...ah già, l'estate non si sa mai cosa mettere in pagina.

Fonte corsera

Allarme sesso a pagamento in classe. Segnalazioni di microprostituzione a scuola dopo la denuncia dell’assessore Landi

«I vostri figli fanno sesso online»: il Comune scrive alle famiglie


MILANO - Giorgia di prima C (e parlia mo di medie) ha pubblicato la sua foto su Messenger. È se minuda, una mano sposta la canottiera. Il seno è ancora acerbo, ma il sorriso è da attri ce consumata. Puro esibizioni smo, lei non chiede nulla in cambio di una sbirciatina «vir tuale ». Viviana, invece, in cambio di un iPod, offre un pacchetto di prestazioni orali nel bagno del liceo, a orari concordati. Un singolo incon tro, in un istituto a nordovest di Milano, costa cinque euro. I ragazzi si scambiano filmati pornografici con il cellulare. E, insieme a questi, i book del le compagne, cosa fa Rosa e per quanto lo fa. Una sorta di database consultabile online. Certo, i nomi sono di fantasia, ma l’allarme «sesso malato» a scuola, lanciato dall’assessore Giampaolo Landi di Chiaven na, «è vero e serio». «E questa è solo la punta dell’iceberg».
Il centro e la periferia, la Mi lano bene e quella dei palazzo ni degradati, i bambini e gli adolescenti, è un tarlo trasver sale e poco rintracciabile que sta sessuomania dai risvolti hard che colpisce i ragazzi mi lanesi. «E non è giusto far fin ta di niente, pensare 'non suc cederà a mio figlio', dimenti care la cosa come se riguardas se sempre e solo gli altri», spiega Luca Bernardo, prima rio della struttura di Pediatria e dell’area adolescenza al Fate benefratelli. «Sono i numeri a dimostrarlo». Dodici segnalazioni nell’ul timo anno, arrivate al centro diretto da Bernardo, l’unico in Italia (almeno in una strut tura pubblica) che si occupa di tutti i problemi dell’adole scenza. Una al mese, non è po co. Otto ragazzi che per que stioni di bullismo sono arriva ti a raccontare a medici e psi­cologi le loro vicende persona li e quelle dei compagni, a ri velare un giro di microprosti tuzione. Con loro, anche quat tro ragazzine tra i 14 e i 17 an ni. «I rapporti avvengono nel le scuole o nei locali — rac­conta l’esperto — anche tra gruppi. E mai durante l’inter vallo, ma ad orari stabiliti pri ma, durante la fase prelimina re ». Quella in cui ci si mette d’accordo.

La materia di scambio: iPhone, iPod, schede per la ri carica del cellulare, vestiti e scarpe griffate. «Le ragazze si comportano come l’ape regi na che attira a sé il maschio — continua Bernardo —, so no calme e disinibite. Di soli to hanno qualche anno in me no rispetto ai partner. I ma schi le scelgono consultando il book virtuale». Un fenomeno sotterraneo, difficile da far emergere. «So no nicchie, zone oscure — commenta Michela Franciset ti, preside all’istituto com prensivo Pertini — ma non è questo il punto. Il problema è quello che sta dietro, il disa gio di una società che fa fatica a indicare un percorso educa tivo, l’immagine imprecisa che le giovani hanno di sé e che i coetanei hanno di loro». Un appello a parlare, a rac contare e raccontarsi. Anche a questo punta la campagna del Comune che invierà nei pros simi giorni materiale informa tivo alle famiglie milanesi. L'Osservatorio sui diritti dei minori apprezza questo pro getto di sensibilizzazione e sollecita la polizia a intensifi care il monitoraggio della re te: «Alcune videochat di libe ro accesso e non vietate ai mi nori, consentono conversazio ni con giovanissimi che si esi biscono in atteggiamenti ses sualmente espliciti».

Annachiara Sacchi Andrea Senesi

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