domenica, agosto 16, 2009

L'infartuato




Biascica, ma si fa capire. Uno dei tanti buffoni che senza la politica avrebbe dovuto cercarsi un vero lavoro: Umberto Bossi.

Fonte Repubblica

Bossi: "Meglio 'Va pensiero' che l'inno di Mameli" e Calderoli: "E' già pronta la legge sui dialetti"

PONTE DI LEGNO (BRESCIA) - Il ministro per le riforme, Umberto Bossi è a Ponte di Legno, dove ogni anno va in vacanza e dove ogni anno, specie di questi tempi, ingaggia una sorta di competizione con i suoi colleghi della Lega a chi riesce a tenere più alta l'attenzione dei media con le rispettive esternazioni.

Ha cominciato lo stesso Bossi, durante la festa della Lega, appunto, a Ponte di Legno, dicendo: "Quando cantiamo il nostro inno, Và pensiero - il celebre coro del Nabucco di Verdi n.d.r. - tutti lo cantano perchè si conoscono le parole, non succede come con l'inno italiano che invece nessuno conosce".

Poco prima, presentando il trailer del film Barbarossa, che verrà proiettato in anteprima il 2 ottobre prossimo nel Castello Sforzesco a Milano, l'esponente del governo italiano aveva anche affermato: "Il nuovo potere e il Barbarossa oggi abitanonella capitale, con questo film vogliamo lanciare un messaggio a Roma ladrona: non esagerare".

Bossi non ha saputo trattenere le lacrime per le scene delle battaglie, dal palco della festa ed ha invitato a partecipare alla prima del film: "Vi regaleranno un libro che metterete nel posto più bello della vostra casa e quella serata non la dimenticherete. Ci saranno ambasciatori, consoli e tanti personaggi che di solito vedete solo sui giornali. Resterete a bocca aperta".

"Vedrete - ha proseguito dopo un lungo racconto storico sulla Lega Lombarda - la storia del grande popolo padano che è sempre stato schiacciato dal dominio del centralismo romano".

Sempre a Ponte di Legno è quindi arrivato l'altro ministro della Repubblica, Roberto Calderoli il quale ha annunciato: "L'anno scorso a Ferragosto ho portato la bozza del federalismo fiscale che, in meno di un anno, è diventata legge. Oggi Bossi ha in mano la bozza di legge sui dialetti e vi garantisco che non durerà tanto di più per diventare legge".

"Nel 2006 - ha aggiunto il ministro - avevamo presentato una proposta di legge costituzionale perchè ci fosse la tutela delle lingue locali e dei dialetti e anche della lingua italiana. Oggi, infatti, la lingua italiana è il dialetto romanesco che ci passa la Rai".

Calderoli è quindi ritornato sulla polemica delle scorse settimane sull'esame di dialetto per gli insegnanti: "Noi vogliamo un esame per far sì che chi prende 110 e lode a Reggio Calabria venga riqualificato rispetto all'80 che avrebbe preso a Milano".

Immediata però è stata la risposta del presidente vicario del gruppo Pdl alla Camera, Italo Bocchino:
"Il disegno di legge sui dialetti di cui parla il ministro Calderoli è ben diverso da quello sul federalismo, non facendo parte del programma di governo. Non c'è pertanto nessun vincolo di maggioranza e non ci sarà lanostra disponibilità a votarlo".


E poteva mancare la dichiarazione dell'inutile Gasparri?

Non s'è fatto attendere neanche la replica del presidente dei senatori del Pdl, Maurizio Gasparri: "L'Inno di Mameli non si tocca e nessuno lo cambierà e comunque non sopravvaluto le attività di tradizionale propaganda estiva di Bossi e della Lega".

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