venerdì, agosto 14, 2009

Vergogna sui Carabinieri



Una inverosimile, vergognosa tirata sul sito dei Carabinieri, a dimostrazione della caduta verticale dell'Italia anche nella morale di chi dovrebbe rappresentarla. Quindi non si può sospettare di collusione se si ripensa a mafiosi che sono rimasti 40 anni a piede libero in un territorio relativamente piccolo come la Sicilia? Quindi TUTTI, assolutamente TUTTI i Carabinieri, sono dei santi senza macchia e senza paura (allora parliamo di tutti quelli che il finesettimana entrano a sbafo nei locali notturni salvo poi defilarsi quando c'è un accenno di rissa) non è truffa o abuso quello? Ma chi hanno messo alla guida di un corpo glorioso come la benemerita. Ormai non riescono nemmeno più a controllare le stupidaggini chhe si pubblicano sul proprio sito web. Abbiate almeno il PUDORE di lasciare stare quei poveracci che sono morti facendo il loro dovere. Primo fra tutti Carlo Alberto Dalla Chiesa.

L'INDIGNAZIONE DELL'ARMA PER LE OMBRE DI COLLUSIONE CON LA MAFIA
Comando Generale dell'Arma dei Carabinieri - http://www.carabinieri.it/Internet/

Il settimanale l'Espresso pubblica oggi un articolo a firma di Giorgio Bocca dal titolo "Quanti amici ha Totò Riina" nel quale si proietta, in modo sconcertante, sui Carabinieri che operano in Sicilia l'ombra della collusione e della pavidità, ombra che il Comando Generale respinge con fermezza e con indignazione.

Basterebbe a confutarla la menzione dei 33 caduti per mano della mafia, tra i quali il Generale Carlo Alberto Dalla Chiesa, sorprendentemente accostato a figure come Totò Riina e Massimo Ciancimino, entrambi arrestati dai Carabinieri.

All'eroica testimonianza dei caduti si affianca quella delle migliaia di Carabinieri che in Sicilia continuano ad offrire quotidiane prove di abnegazione e di riconosciuta efficienza. Sono i Carabinieri che ieri hanno arrestato lo stesso Riina e oggi hanno stroncato sul nascere il tentativo di riorganizzazione di Cosa Nostra.

Sorprendono, quindi, le ingiustificate e infamanti accuse che si risolvono nella delegittimazione dell'operato di fedeli servitori dello Stato.

Il Carabiniere è pienamente consapevole del rischio che corre ed è invero "innaturale" insinuare che risponda a "tacite regole di coesistenza", perché obbedisce con coraggio e lealtà unicamente all'imperativo del dovere, per la difesa della legalità e l'affermazione del bene comune. E sulla via di quel dovere muore a Palermo come a Monreale, a Vicenza come a Pagani, a Platì come a Nassyria, a Torre di Palidoro come alle Fosse Ardeatine.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

molto intiresno, grazie

Anonimo ha detto...

La ringrazio per intiresnuyu iformatsiyu