lunedì, giugno 22, 2009

I finti cattolici italiani




Perfetta dimostrazione del finto perbenismo cattolico italiano. Lo spacciarsi per amico della chiesa e piatello è un classico che, ad esempio Gawronski ha fatto per anni. Ma l'uomo tiene famiglia. La dimostrazione della assoluta mancanza di senso morale è data, a mio modesto avviso, da questa intervista. È un po' il dramma dell'Italia: ci si atteggia a Machiavelli senza averne le capacità. Negare la gravità di accuse del genere, peraltro dimostrate, fa vedere chi siano i nostri rappresentanti politici. Negare che non sia normale un viavai di mignotte in un obiettivo sensibile come la dimora del premier. Negare che non ci ridano dietro e che non possa venire utilizzato contro di noi il fatto di essere rappresentati da questa persona non vuol dire solo essere troppo "cortigiani", vuol dire essere dei pessimi politici.

Fonte Corsera

Gawronski: «Nessun danno all'estero. Ma chi nega i problemi sbaglia»

L'ex eurodeputato: Berlusconi ha abituato il mondo alla sua anomalia, avrebbe dovuto rispondere "cavoli miei"

ROMA - «Berlusconi per ora non subi sce un danno d’immagine internazionale, ha abituato il mondo alla sua 'anomalia'. Ma do vrà far attenzione, come scrisse l’Economist a proposito del conflitto di interessi, che i problemi non lo rendano 'inadatto a gover nare'. Per questo certi suoi stretti amici che negano l’esistenza di qualsiasi problema, non gli fanno un favore. E lui dovrebbe capir lo». Jas Gawronski, europarlamentare dal 1980 a quest’anno, conosce bene sia Berlu sconi che il mondo politico internazionale.

L’immagine del Cavaliere, rispetto ai lea der europei e del resto del mondo, è dan­neggiata dalle «ragazze squillo»?
«Berlusconi ha abituato il mondo alla sua 'anomalia' di politico-non politico, leader di un Paese a sua volta 'diverso': mafia, senti mentalismo, Napoli... Perciò, nei riguardi di Berlusconi, magari ci sono critiche, sfottò, ironie. Ma sempre nel contesto della famosa 'anomalia'».

Quindi, lei dice che il problema non c’è...
«Non dico questo. Penso anzi che fanno male certi sostenitori un po’ fanatici, alcuni suoi cari amici a negare che il problema ci sia. Non lo aiutano e non gli fanno un favore. Bisogna forse discutere sulla vastità del pro blema».

Allora il problema c’è...
«Certo. Ed è stato gestito male dall’ini zio».

Un suggerimento al Cavaliere?
«Avrebbe dovuto rispondere subito: 'So no cavoli miei, affari privati'. Gli elettori ita liani e gli interlocutori internazionali lo avrebbero stra-capito. Invece è entrato in una spirale di spiegazioni e chiarimenti difficile da contenere. Ma l’arma di non risponde re può ancora funzionare».

Comunque qui parliamo di un giro di ra gazze che ruota intorno a un imprenditore indagato per induzione alla prostituzione.
«Le serate dal Cavaliere? Mi sembrano co se molto lontane dalla realtà. Se si invitano trenta ragazze insieme, non credo si progetti di fare qualcosa che non sia innocuo. Se uno vuole avere una storia di sesso con una ragaz za non ne invita venti perché ci sarà sempre una pronta a raccontare i dettagli».

Ma non crede che, in campo internazio nale, tutta questa storia di ragazze invitate dal presidente del Consiglio, di compensi versati, finisca col creare un «caso Berlu­sconi»?
«Nessuno pretende dai politici una vita privata irreprensibile. Perché la politica è un’ambizione, un obiettivo. L’unico pericolo è che nei vertici internazionali ci possano es sere ironie. Ma lo stile Berlusconi lo ha porta to, per esempio, a raggiungere un’ottima in tesa con Putin, quindi con la Russia. Magari Obama non lo prende sul serio come fa con Sarkozy ma è sincero quando dice: Silvio mi può consigliare nei rapporti con Mosca. Ve rissimo».

La politica estera italiana non le sembra in crisi?
«Non vedo problemi seri. Vedo invece qua si l’invidia di quei politici che si sognano di avere lo stesso appoggio elettorale di Berlu sconi. Andrà bene finché questi suoi compor tamenti non avranno influenza sulla sua ca pacità di governare».

Cosa intendere dire, Gawronski?
«L’unica incognita è quella immaginata anni fa da l’Economist a proposito del conflit to di interessi. Cioè andrà tutto bene finché il problema, in questo caso delle ragazze, non lo dovesse 'rendere inadatto a governa re'. Per questo ha bisogno di sincerità e chia rezza».

Chi ha in simpatia Berlusconi, in Euro pa?
«Sembra strano a dirsi. Ma Hans-Gert Po ettering, presidente dell’Europarlamento, quando si trova a tu per tu con Berlusconi non riesce a dissimulare una forte simpatia personale. E magari lascia trapelare, lui così rigido e formale, un pizzico di invidia per il successo personale del Cavaliere. Ma in pub blico deve tenere le distanze...».

Un vero nemico, invece?
«Il socialdemocratico tedesco Martin Schulz, che Berlusconi chiamò kapò. Lo di sprezza. Eppure dovrebbe ringraziarlo. Per ché se ora si ritrova presidente del gruppo so cialista lo deve alla popolarità ottenuta con quella lite...».

Paolo Conti

Nessun commento: