giovedì, giugno 18, 2009

Una nota che non dice nulla

Questa foto non c'entra nulla col tema del dibattere. Esattamente come questo articolo.


Alla luce di quanto ho postato in precedenza ecco un, a mio parere, pessimo articolo. Una finta nota di approfondimento che si conclude sempre con la solita stupidaggine: mttere in dubbio che ci possa essere una questione morale. È un vecchio trucco. C'è chi la fa bene e chi, come in questo caso, lo fa male. Tutti sapevano di queste indagini da mesi e adesso si accusa D'Alema di essere un manovratore. Poi si mettono in mezzo i dalemiani che sarebbero dubbiosi circa l'utilizzo della questione morale come arma politica. Caro Franco, ma credi davvero che i lettori, proprio tutti, portino l'anello al naso? Andiamo su, qua si parla di induzione alla prostituzione.

FOnte: corriere.it
L’offensiva prelude a sorprese per tutti

Nel governo prevedono che l’offensiva arriverà almeno fino ai ballottaggi di domenica e lunedì. Sono ottimisti: se davvero l’opposizione ha deciso di insistere nella delegittimazione di Silvio Berlusconi, il traguardo minimo sarà la riunione del G8 all’Aquila a luglio. Il premier continua a denunciare questa manovra, e aggiunge che non si lascerà travolgere. Ma il nervosismo appare palpabile. Il fatto stesso che i vertici del Pdl siano insorti per difenderlo evoca un logoramento.

Lo scontro violento con Massimo D’Alema, il dirigente del Pd che giorni fa aveva preannunciato «una scossa» contro palazzo Chigi, riaccredita un legame politico fra una parte della magistratura e pezzi d’opposizione in funzione antiberlusconiana. D’Alema minaccia di denunciare chiunque sostenga che lui manovra le inchieste giudiziarie. Ma il sospetto che palazzo Chigi insinua, è di una conoscenza preventiva di alcune indagini in corso: tesi tutta da provare, ma favorita dalle esternazioni dalemiane più recenti.

Sono gli ingredienti perfetti per declassare la politica a rissa; e su argomenti che con programmi e alleanze hanno ben poco a che fare. Il paradosso è che dopo i ballottaggi riemergano un leader premiato dagli elettori e tuttavia in difficoltà; ed un governo dotato di una maggioranza sempre solida, eppure indebolita da vicende extrapolitiche. La Lega giura che difenderà Berlusconi: atteggiamento che sottolinea il ruolo crescente nella coalizione, ed un segnale al Pd affinché non si aspetti sponde, qualunque cosa succeda.

Sempre che succeda. Per quanto bersagliato quotidianamente, il capo del governo non sembra disposto a farsi da parte; né, secondo il suo avvocato Niccolò Ghedini, è ricattabile. L’ostentazione di normalità che Berlusconi ieri ha offerto tornando all’Aquila e sorvolando le zone terremotate, è un modo per esorcizzare le ombre. Operazione non facile, anche per i riflessi internazionali. E’ passato rapidamente in secondo piano l’incontro alla Casa Bianca con Barack Obama: forse perché non è andato male. E sono state rilanciate le polemiche sulla sua vita privata: probabilmente per questo è stata annullata la conferenza stampa prevista ieri nel capoluogo abruzzese.

L’impressione è che la vicenda sia destinata ad offrire altre sorprese. Ma non soltanto negative per Berlusconi. Nel Pd si va facendo strada qualche dubbio sulla bontà di una campagna basata più su pretesi imperativi etici che su questioni politiche. L’invito al suo stesso partito di Pierluigi Bersani è indicativo. Anche perché non è chiaro se nel passato il Cavaliere abbia perso o non abbia vinto per le voci scandalose sul suo conto, o per degli errori politici. E’ un’incognita non da poco: non solo per Berlusconi, ma per i suoi avversari.

Massimo Franco

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