L´Aquila, seggi vuoti sotto le tende "L´Europa? Sta su un altro pianeta"
Proteste e disagi. "Non conosciamo neanche i candidati"
Quasi 70 mila gli elettori. Gli sfollati sulla costa devono andare a votare in città coi pullman
A Sulmona in mille hanno restituito la tessera perché il comune non è nella lista terremotati
Fonte La repubblica
DALL´INVIATO JENNER MELETTI
L´AQUILA - Si fa la fila per tutto, in una tendopoli. Per un piatto di pasta, un paio di calze, una carica di lavatrice. Per tutto, ma non per votare. Per stanchezza e per protesta. «Afflusso modesto», dice Francesco Lo Jacono, il capo campo di piazza d´Armi. «Insomma, in queste prime ore di voto non c´è certo la fila». In tre tende diverse sono stati messi i seggi numero 38,40 e 44 (che erano nel centro storico) e le schede sono solo quelle per l´Europa. Le amministrative, causa terremoto, sono rinviate a data da destinarsi. La fila - se si ascoltano le voci della tendopoli - non ci sarà nemmeno nelle prossime ore. «Ci siamo incontrati, noi delle tende. Almeno in questa fetta di campo, non andrà a votare nessuno».
Tenda numero 16, fila numero 2. «Andare a votare oggi - dice Anna Rita, la mamma di Cristina e Fabiana, le protagoniste del nostro "diario da una tenda" - sarebbe una cosa troppo strana. Fra di noi, c´è una depressione che solo Dio lo sa. Ti metti a parlare con un amico o un vicino di tenda e all´improvviso, anche se dici una cosa allegra, ti metti a piangere. C´è un caldo che spacca e i teli per fare ombra ancora non sono arrivati. Alla sera ti metti davanti alla televisione e vedi tutti quelli che sfilano e dicono: per i terremotati abbiamo fatto questo e adesso facciamo quest´altro. E non si vede nulla. Non sai quando cominceranno ad aggiustare le case. Non sai nulla del tuo domani. Ma non potevano rinviarle in tutta Italia, queste elezioni? Non potevano risparmiare soldi per ricostruire le case? Abbiamo cominciato a parlarne fra di noi, di queste elezioni. Quasi per caso, perché non sappiamo nemmeno chi siano i candidati. E almeno in questo gruppo di tende, l´abbiamo deciso, nessuno andrà al seggio».
Sono 60.662 gli elettori dell´Aquila. Ottantuno seggi sono stati montati nelle tendopoli o nelle scuole o edifici pubblici agibili. Per i 26.000 aquilani ospitati negli alberghi della costa sono previsti pullman per andare ai seggi. «In queste prime ore - dicono all´Arpa, l´azienda di trasporto pubblico - avevamo potenziato il servizio autobus, ma i passeggeri dal mare all´Aquila sono stati poche decine». A Sulmona 1.000 cittadini hanno restituito la tessera elettorale perché il loro Comune non è stato compreso nel «cratere» del sisma. «Io e Diego - dice Cristina - qui in albergo a Tortoreto non abbiamo visto nessun avviso, per questi pullman. Trenta euro di benzina per andare all´Aquila non li abbiamo. I soldi per la cassa integrazione di Diego arriveranno ad agosto, i risparmi sono finiti da un pezzo perché con due figlie piccole era già importante arrivare a fine mese. Soprattutto non abbiamo la testa giusta per pensare al voto. Ci sono altri pensieri. Fra una settimana, ci hanno detto, dobbiamo andarcene da questo albergo perché la convenzione con la Protezione civile è finita. Dovranno mandarci in un altro posto, perché la casa nostra non è agibile, ma dove? Io finalmente ho ripreso a lavorare come psicologa. Se mi spediscono lontano dall´Aquila come faccio? E allora io e Diego andiamo in giro a cercare un hotel convenzionato, per restare in zona. Sì, io ho grandi dubbi in testa. Non credo sia giusto non andare a votare. Magari all´ultimo momento decido diversamente. Ma è difficile pensare all´Europa quando non sai dove farai dormire le tue figlie fra una settimana».
Fabiana, in questo giorno elettorale, torna finalmente a fare la parrucchiera. «Solo per oggi, purtroppo. Un´amica mi ha prestato la tavernetta e allora rifaccio i capelli a mamma, figlia e anche a qualche amica. E´ bellissimo avere qualcosa da fare. Il voto? Noi dovremmo andare a Scoppito, il nostro comune. Non ci andremo, io e mio marito, e non solo per risparmiare benzina. Abbiamo deciso, come tanti altri della nostra tendopoli, di non votare. Lo so bene, questa è una scelta politica ma anche il terremoto è già diventato una questione politica, con chi si vanta delle tante cose fatte e di chi accusa ritardi ed errori. Restando fuori dai seggi, non diamo ragione a nessuno. Diciamo soltanto che se vivi in tenda in ogni minuto devi lottare con te stessa per mantenere dentro al cuore una speranza. Devi pensare alla scuola di tua figlia Maila dopo la terza media. Devi pensare al lavoro, alla casetta di legno dove io e altri colleghi presto riprenderemo a fare i parrucchieri. Ecco, in questo nostro mondo con i giorni tutti vuoti e con le notti piene dei rumori di litigi e di risse, le elezioni per l´Europa sembrano arrivare da un altro pianeta. La prova? Io non conosco nemmeno, lo giuro, il nome di un candidato».
1 commento:
Cara/o Pentma,leggo sempre con piacere il tuo blog lucido interessante ed intelligente. Continua così.
Posta un commento